Superfici ceramiche extra small o formato maxi rivestono la cucina, specie quella aperta su living. Molteplici gli effetti decorativi per i rivestimenti e perfino per gli arredi.
Le piastrelle per la cucina 2020 non amano le mezze misure. In gran spolvero il mosaico anche a esagoni, perfetto per la porzione di parete compresa tra fornelli e pensili (gli inglesi lo chiamano backsplash). E le maxi lastre lunghe fino a 3 metri, da tagliare su misura per piani di lavoro super igienici e pavimenti senza fughe visibili.
Lo schienale della zona lavaggio e cottura di una cucina aperta sul living non è più solo un elemento tecnico, ma contribuisce all’arredo della stanza ed è quindi consigliabile rivestirlo con lo stesso colore e lo stesso effetto materico scelti per il rivestimento e il pavimento dell’open space.
La possibilità di rivestire completamente arredi monolitici, primi tra tutti i banconi a centro stanza, seduce gli architetti minimalisti e non solo. La superficie effetto marmo e a imitazione pietra naturale unisce l’estrema pulizia formale, all’uniformità e alla massima igiene.
maxi pannelli di gres porcellanato vengono così impiegati indifferentemente per i top, per ante prive di maniglia e per il pavimento. La parola chiave quanto a tonalità è blend, soluzione giocata su tenui cromatismi mixati tra loro e con una spiccata predilezione per l’effetto materico e per le superfici opache.
Piastrelle ad effetto artigianale mostrano passaggi di gradazione cromatica morbidi e volutamente imperfetti, che crea pareti dalla forte vibrazione.
L’igiene è un fattore sempre più determinante, specie in cucina. Il gres porcellanato di per sé garantisce facilità di manutenzione ed è poco poroso. Alcune aziende forniscono lastre con trattamenti antibatterici aggiuntivi, utili soprattutto per i pavimenti e se in casa vi sono dei bambini.
Questione di fughe. Se le maxi lastre sono rettificate, che significa adottare la posa con fughe invisibili e creare una superficie senza soluzione di continuità, la parete in mosaico richiede invece la collaborazione agli stucchi neutri o colorati, da dosare per ritmare la parete e conferire un effetto 3D.
Il mosaico, in particolare, è un rivestimento sartoriale, fornito su rete e in vari formati per facilitare il lavoro dell’applicatore che può così vestire di tessere musive o di ceramica anche pareti curve, colonne e superfici irregolari.
A contribuire al pattern della parete musiva sono il formato e il colore delle tessere in vetro, ma anche il tono e il ritmo dato dalle fughe tra un elemento e l’altro.
Il rivestimento strutturato, d’altra parte, è una delle soluzioni di tendenza per il 2020. Oltre al ritorno del mosaico, gli altri trend sono il metallizzato, le superfici iridescenti, la rivisitazione delle cementine e dei pattern delle maioliche.